Quando sono entrata a casetta tre anni fa ho subito cominciato ad immaginare come sarebbero potuti essere gli ambienti attorno a me, come i tasselli di un puzzle che nella testa vanno ad incastrarsi al posto giusto.
Tre anni fa ho cominciato a modificare l'ambiente entro queste 4 mura, soli 60 mq di pura personalità!
Può piacere oppure no, ma il bello è che ogni pezzetto fa parte di me!
Con questo post cominciano una serie di racconti / tutorial sui lavori che ho curato personalmente: scelte e azzardi di #unacreativaincasa che ferma proprio non sa stare.
Cominciamo dal pezzo forte, l'ultima enorme fatica che finalmente troneggia su quella parete a lei da sempre destinata: sto parlando della porta scorrevole su binario a vista, un sogno nel cassetto anche vostro lo so!
Oltre ad essere funzionale e occupare pochissimo spazio, è un vero e proprio pezzo di arredamento.
La porta che ho realizzato - anche con l'aiuto di alcuni "malcapitati" amici e familiari - è l'insieme di due porte a vetri degli anni '60 circa, salvate da morte certa.
Con enorme gioia del babbo, al quale rubo costantemente attrezzi e posto auto per i miei lavori ingombrati, alcuni mesi fa è cominciata la lavorazione delle due porte. Lui un po' sbuffando mi aiuta anche e va a finire che a cose fatte si prende pure tutti i meriti, vedendo la strana coppia al lavoro nessuno pensa mai che il capo lavori può essere una ragazzetta (passatemi il termine).
Sta diventando la barzelletta di famiglia per quante volte capita questa buffa scenetta, lui che crogiola e ride sotto i baffi e io che indosso una bizzarra faccia interdetta...
Le porte in origine erano molto più grandi e bianche, strati su strati di pittura rinnovata nel corso degli anni e sul fondo uno strato cospicuo di stucco a coprire le teste delle viti, le fessure e tutta la superficie del legno.
Per rimuovere la vernice siamo ricorsi ad uno sverniciatore piuttosto potente, del quale comunque abbiamo dovuto fare uso più e più volte, lo sverniciatore specifico per legno marca 3V3.
Non ho volutamente pulito alla perfezione il legno perché mi piace lasciare alcuni segni del tempo che possano raccontare la storia di un vecchio oggetto.
La cosa folle è stata cominciare a pulire le porte non sapendo come erano montati i vetri, per cui all'inizio li avevo lasciati su. Tolti alcuni strati di pittura ho cominciato ad intravedere le viti e allora via di cacciavite ho smontato tutto e tutto è stato più facile, eccetto la pulizia dei vetri oramai tutti impiastricciati che è toccata alla mamma.
Una volta finito di sverniciare la porta, munita di spatole di ogni genere, ho dovuto lavarla con acqua tiepida e una pezzetta di nylon per rimuove ogni residuo del prodotto sverniciante. Ho poi carteggiato il legno con della carta vetrata sottile: sono ottime le spugne abrasive per entrare agevolmente negli angoli delle modanature.
È giunto il momento di unire le due porte e allo scopo abbiamo utilizzato delle spine di legno da 8 mm di diametro. Segnato il lato interno della prima porta lungo il centro, l'abbiamo forato con il trapano ogni 15 cm circa, per una profondità pari alla metà delle lunghezza delle spine stesse.
Con dei centratori a punta, dei tasselli in ferro da inserire nei fori già praticati e provvisti di punta all'esterno, abbiamo riportato l'esatta posizione dei fori da praticare sulla seconda porta. È bastato affiancare i lati da unire ed esercitare un po' di pressione per lasciare il segno sul legno.
Forato il lato interno della seconda porta, abbiamo incollato le spine nei fori e innestato le due porte, bloccato il tutto con dei morsetti e atteso che la colla asciugasse e tirasse.
Tolti i morsetti e rimessa la porta sui cavaletti, ho passato un paio di mani di flatting all'acqua vetrificante su tutto il legno. Fissate le rotelle alla porta (di uno splendido set per porte scorrevoli acquistato online "solo" l'anno prima), abbiamo rimesso i vetri e rimontato i listelli originali delle porte per bloccarli al loro posto.
Per evitare le vibrazioni abbiamo inserito delle striscioline di feltro negli spazi tra il legno e il vetro. Quando ho smontato i vetri sono venuti fuori dei ritagli di giornale probabilmente posti allo stesso scopo circa 50/60 anni prima, nel momento in cui le porte sono state assemblate... non è pazzesco? Peccato non aver potuto leggere la data...
A quel punto abbiamo portato la nuova porta a casetta e montato la guida in ferro al muro, dopo accurati e sudati calcoli per non commettere errori. Abbiamo issato la porta e... non vi dico l'emozione! Una meraviglia! Perfetta!
Gli ultimi passaggi sono stati mettere la maniglia, incollare due striscioline di legno a coprire la fessura al centro della porta e fissale la guida sul fondo.
Le due nuove striscioline di legno le ho scurite leggermente con il cannello, per portare il colore il più vicino possibile a quello della porta, senza usare prodotti che avrebbero potuto rendere innaturale l'effetto finale. Oltretutto è stato divertente e un po' da creativa folle.
La guida sotto la porta l'ho realizzata con una canalina ad U in alluminio, sfruttando una rientranza già presente nella porte originali come sede. Fissato il tassello guida al pavimento il gioco è fatto.
La porta è finalmente finita e in uso. La amo alla follia e difficilmente la lascerò dov'è dovessi mai trasferirmi!
Il racconto è stato lungo, ma anche la lavorazione della porta ha richiesto molto tempo e molti passaggi, non avrei potuto sintetizzare di più e farvi allo stesso tempo un resoconto dettagliato del processo di lavorazione, utile magari anche a voi amanti del fai da te.
Ringrazio di cuore mio padre, mia madre, Giordano, i miei amici Nadia e Raffaele per avermi permesso di intercettare le porte, Fabio per l'aiuto dato nella prima fase di sverniciatura. Alessandro e Cinzia per aver fatto da critici osservatori e avermi motivato a continuare stuzzicandomi nel lasciare le porte così com'erano. La tigna è tigna!
Vi invito ad utilizzare l'hashtag #unacreativaincasa per i vostri lavori di casa fuori dagli schemi convenzionali!
Buon fai da te!
Jo